All'ombra di Sgt. Pepper. Storia della musica psichedelica inglese, che ne pensate?

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L'Allegro Nocchiere
view post Posted on 26/12/2008, 02:47




è da qualche mese che noto spesso questo libro in libreria, ma che per il prezzo (intorno ai 40 euro) non ho mai osato comprare. voi lo conoscete? che tipo di libro è? credo tratti di tutti quei milioni di gruppi psichedelici inglesi che "non hanno sfondato". ma soprattutto vale la pena di spenderci tutti quei soldi?
riporto qua una breve descrizione da "wuz"
La musica psichedelica inglese caratterizza e colora il biennio 1967-1968. Questo libro descrive l'atmosfera culturale e artistica della Londra di quegli anni e analizza l'attività delle formazioni "minori" che contribuirono a rivoluzionare la musica inglese della fine degli anni Sessanta, ricostruendo storicamente e discograficamente le gesta di circa 150 band che si muovevano all'ombra di Beatles e Pink Floyd, ma che furono fondamentali nella rivoluzione psichedelica londinese. Un'analisi sulle trasformazioni del sound inglese ma anche sui mutamenti del costume giovanile: la moda, la grafica, i movimenti e le gallerie d'arte, i club, l'informazione delle riviste musicali autofinanziate, le radio pirata, gli avvenimenti che scandirono la "Summer of love", i personaggi, i lights show, gli artisti della nuova arte psichedelica visiva e la definizione dei "temi della british psichedelia".
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riporto dallo stesso sito un intervista che però non ha senso per me :D è un intervista all'autore del libro sull'importanza di sergent pepper, quando il libro per prima cosa cerca di andare a vedere cosa c'è in Inghilterra oltre sergent pepper...
(l'intervista è dentro lo spoiler)
SPOILER (click to view)
Partiamo dal titolo del tuo ultimo libro: "All'ombra di Sgt. Pepper". Che ruolo riveste SGTP nella storia della musica pschidelica?
Il celebre album dei Beatles rappresenta uno dei momenti più alti della musica pop degli anni Sessanta. Il termine “pop” non vuole certo essere limitante; nei Sixties tale forma e attitudine popolare musicale ebbe sviluppi così arditi e ambiziosi da arrivare a produrre opere straordinarie come il Pepper lp. Sul versante della scena psichedelica Sgt. Pepper è il capolavoro riconosciuto, la voce rivoluzionaria di uno stile che si trasformava e che riusciva incredibilmente ad essere amato da tutti. Proprio per il suo contenuto rivoluzionario e allo stesso tempo la capacità di essere compreso e decifrato anche da un pubblico “estraneo”, Sgt. Pepper rappresenta per me il vertice del pensiero musicale psichedelico, superando di poco l’esordio dei leggendari Pink Floyd di Barrett. I lavori dei Beatles e dei Pink Floyd, i classici e gli emergenti, celavano e influenzavano nuove generazioni di musicisti, che avrebbero animato la oggi sconosciuta ma incredibilmente vasta e qualitativamente alta scena psichedelica inglese. Inoltre tali artisti avrebbero codificato, più o meno consapevolmente, una melodia pop britannica e uno sperimentalismo altrettanto anglosassone che ancor oggi suona attuale.

Qual è stato l'impatto culturale di SGTP nella società di allora?

L’impatto è stato totalizzante. Ogni versante della cultura, dalle voci dell’underground a quelle seriose delle culture ufficiali, ne fu colpita. Sgt.Pepper rappresenta una summa dei mitici anni sessanta anche per questo; la capacità di essere compreso da animi e culture diverse. La musica dei giovani cominciò ad essere presa sul serio. Non da tutti naturalmente, ma non furono poche le persone appartenenti ai versanti delle culture ufficiali a prendere posizione a favore del genio beatlesiano. Pepper è l’apoteosi della Swinging London, una scena che non si auto-celebrò ma che al suo apice si trasformò ancora, dando vita all’intenso periodo psichedelico.

Nel 1967 avevi 2 anni. Quando hai ascoltato per la prima volta SGTP? Ti ricordi l'occasione e il supporto?

Nel 1975 scoprii i Beatles e ne rimasi affascinato. L’occasione fu la programmazione televisiva del film Help, una sera della metà dei Settanta. Nel giro di qualche tempo comprai tutti i loro dischi, qualche biografia e , tra i primi, Sgt. Pepper. Non avevo ancora un giradischi e così comprai le musicassette originali, che conservo ancora come un bellissimo ricordo della mia infanzia. In gran parte furono acquistate in un negozio di elettrodomestici che vendeva anche un po’ di musica, dischi e appunto cassette.

La tua canzone preferita?

Essendo io un ultraconvinto Maccartiano direi che la mia canzone preferita, se è possibile indicarne soltanto una, é sempre stata She’s Leaving Home. Macca raggiunse l’apice della sua visione distaccata ma profondissima e struggente, un quadretto della quotidianità britannica, delle sue gioie, dei suoi dolori e delle sue…normalità. Il genio di Lennon non si discute, ma sentimentalmente la vena di Macca mi ha sempre affascinato e colpito maggiormente. Sgt. Pepper è il disco dei Beatles che amo di più, perché rappresenta l’apice dell’organizzazione di Paul e della sua visione, coadiuvata peraltro da un Lennon al solito eccellente. Ma Paul sembrava avere le idee chiare da un punto di vista d’insieme. Il progetto fu suo, e anche le canzoni sembrano far parte di un’unica struggente visione.

C'è un interessante capitolo nel tuo libro: Il contributo dell'arte grafica psichedelica. Anche per SGTP si può parlare di arte grafica pschidelica? Se sì in che termini? Altrimenti quali sono per te le influenze grafiche di questa famosa copertina?
La copertina di Peter Blake è molto importante, perché porta acqua al progetto di album globale, pensato nei minimi particolari. Blake peraltro era già un artista molto importante. Il sottobosco degli emergenti grafici londinesi vide con l’avvento della psichedelia una esplosione e l’affermazione di volti nuovi e giovani come Martin Sharp, Hapshash and the Coloured Coat e tanti altri. È uno dei magnifici aspetti positivi del breve frangente della British Psychedelia; nuovi artisti che si cimentavano con manifesti promozionali e copertine di dischi. Il loro stile era incredibilmente britannico, influenzato dai disegnatori per l’infanzia dell’800 e dai Preraffaeliti. Molto diverso da quello californiano e americano che forse era più ironico.

Se dovessi elencare gli Ingredients di SGTP dal punto di vista musicale ovvero gruppi musicisti generi?
Direi un insieme di tradizione iconografica britannica dell’800, melodia e nostalgia vaudeville, ricerca linguistica degna di Alice in Wonderland, fusione stilisticamente sublime del tragico e del comico, capacità di entrare nella mente degli altri per osservare il mondo come sbalorditi spettatori, innovazione intellettuale, poetica, stilistica… Mi accorgo di non aver indicato riferimenti musicali, ma Pepper non fu influenzato da nulla specificamente, a parte il capolavoro dei Beach Boys Pet Sounds, che Macca amò e ama tantissimo. Anche la Within you without you Harrisoniana muoveva in un percorso autonomo, di commistione con il suono dell’India senza seguire esempi già tracciati. Probabilmente questi due dischi, Pet Sounds e Sgt. Pepper, sono l’apice della musica pop del 900, forse è banale dirlo ma ne sono convinto anch’io. Pet Sounds è una sinfonia da teenager, eleva a livello artistico la descrizione delle ansie adoloscenziali. Sgt. Pepper guarda la vita inglese e la sua tradizione culturale popolare offrendo una lettura della quotidianità attraverso linguaggi indiscutibilmente artisticamente altissimi, più di Dickens in letteratura, più distaccato dei poeti romantici ma in qualche modo egualmente emotivamente coinvolto e coinvolgente. Come ha scritto l’imprescindibile Ian MacDonald nell’obbligatorio “Revolution in the head”: “imperitura arte popolare del suo tempo”.

Qual è per te il più grande merito di SGTP?
Aver fatto fare il definitivo passo avanti alla musica pop. Quello che spesso, in futuro, avrebbe coperto di grottesco molti musicisti che si cimentavano con musiche colte o più nobili, innestandole al rock (con risultati talvolta ripugnanti) ai Beatles riuscì con disarmante naturalezza. Perché il loro suono divenne così importante che si tramutò in “classico” in tempo reale. Al di là dei gusti e dei generi, con Sgt. Pepper la musica delle giovani generazioni non poté più essere considerata da nessuno con un minimo di spirito obiettivo, “robetta di evasione” per capelloni scapestrati.

A chi regaleresti questo disco?
A Yoko Ono. Pregandola di ascoltarlo almeno una volta, cosa che non credo abbia mai fatto, con un minimo di onestà intellettuale. Potrebbe accorgersi, anche se tardivamente, che pace, amore, fratellanza e buoni proposito esistenziali non sono necessariamente programmabili come si prepara una vacanza, un tour o un manifesto politico. Possono invece far parte del nostro animo ed uscire naturalmente allo scoperto, senza dichiarazioni ufficiali o trovate pubblicitarie per sensibilizzare il mondo, ma spontaneamente attraverso parole, melodie, comportamenti quotidiani e tramutarsi in sincera e credibile arte popolare. E, al di là di esibizioni scioccanti o di invenzioni comunicative da copywriter frustrato o da rock star inacidita, possono davvero farci vivere, almeno un pochino, tutti meglio.

28 maggio 2007 Di Francesco Marchetti
http://www.wuz.it/intervista/1109/sgtp-ferrari.html


Edited by L'Allegro Nocchiere - 29/12/2008, 02:55
 
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Leary
view post Posted on 28/12/2008, 09:53




Ho comprato questo libro appena uscito e te lo consiglio, anche se il costo non è dei più abbordabili. Bisogna dire però che è ben curato sia dal punto di vista grafico che contenutistico. Suddiviso in capitoli, analizza tutti gli aspetti della cultura psychedelica inglese a partire dalle serate nei vari famosi locali della Swinging London, alla grafica per finire con schede di 500 gruppi che hanno fatto la storia della psychedelia inglese. Conosco Federico Ferrari dagli anni ottanta, quando cominciò a scrivere per Rockerilla e il Buscadero, si è sempre interessato di musica underground prima garage poi popsike. Ho avuto modo di scambiare con lui diverse mail, anche perchè gentilissimo ha collaborato con una serie di articoli al mio sito PsYcHeDeLic (pagina Universal Vagrant), e devo dire che con il titolo All'Ombra di SGT. Pepper intendeva raccontare di tutta quella scena musicale che, ispirata dal capolavoro dei Beatles, produsse splendide opere, ma che la stampa e media ufficiali ignorarono, relegandole nell'ombra.
Se vuoi, nel sito trovi un articolo sul libro ;)

http://web.tiscali.it/psychedelic/books.html

Edited by Leary - 29/12/2008, 16:01
 
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